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10 maggio 2025 20:30

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CATANIA TVB

Vittorio Auteri tastiere, electronics
Puccio Castrogiovanni marranzano, plettri
Daniele Vita visuals
Biagio Guerrera voce
Ensemble di violoncelli dell’I.O.S. Musco

 

Una produzione originale tra musica, poesia e immagine realizzata dall’AME a partire dal lavoro di ricerca
fotografica e antropologica compiuto dal fotografo Daniele Vita su Catania.
Il compositore e producer Vittorio Auteri e il compositore e polistrumentista Puccio Castrogiovanni realizzano
le musiche originale, i testi sono del poeta Biagio Guerrera. Coinvolto l’ensemble di violoncelli dell’IOS Musco
guidati dal M° Francesco Valenzisi.

 

Vittorio Auteri, attivə nella scena musicale siciliana dal 2016, compone e produce musica neoclassica ed
elettronica per danza contemporanea e teatro dal 2019, oltre ad aver pubblicato negli anni quattro album con
diverse formazioni, tra cui lumi, Regen e l’écume des jours. Pur modellando il suo stile negli anni attraverso le
diverse nature dei progetti di cui ha fatto parte, il suo obiettivo costante è quello di dar vita ad una convergenza
tra tecniche di composizione e sound design più sperimentali ed una forma sonora che trascini l’ascoltatore in
terreni scomodi ma familiari. Ha collaborato tre volte con Scenario Pubblico componendo musiche per due
restituzioni del percorso MoDem e per Kristo, diretta da Roberto Zappalá. Nel 2020 viene selezionatə al
workshop avanzato per producer/performer di musica elettronica tenuto da Biennale College a Venezia presso il
CiMM e sempre nello stesso anno la band statunitense Battles premia il suo remix del loro album Juice B Crypts
all’interno della competizione indetta da Metapop e Warp Records. Collabora attivamente con la coreografa
Maria Combi, per la quale compone insieme a Simone Spampinato le musiche per Ali di Cenere – if you never
see me do I still exist?, debuttando allo ZHDK di Zurigo il 29 Aprile 2023. Dal 2022 la sua attività principale ruota
attorno al collettivo multidisciplinare Desperate Housewaifs, co-fondato due anni prima e con cui debutta il 15
Gennaio 2023 con LA MACCHINA AMLETO, performance sperimentale ibrida tra teatro e concerto, portata in
diversi spazi e festival a Catania, Patti, Napoli, Roma e Milano.

 

Puccio Castrogiovanni, nato a Catania nel 1962 da una famiglia di artisti e musicisti, comincia fin da piccolo a
studiare il piano e a suonare il marranzano e la chitarra. Suona indifferentemente svariati strumenti etnici: dalle
tastiere ai plettri, dai fiati alle percussioni. È uno dei fondatori del gruppo musicale I LAUTARI, con cui da oltre
vent’anni svolge un’intensa attività concertistica e discografica. I Lautari si muovono nel solco della tradizione
popolare e del suo rinnovamento con un progetto che pre-vede la ricerca e la rielaborazione di canti siciliani, ma
anche la composizione di canzoni inedite nel rispetto dei motivi e delle forme tradizionali. Nel 2007 Puccio
Castrogiovanni inizia la sua collaborazione con Roberto Zappalà e la compagnia zappalà danza, in occasione
della realizzazione di “Instrument 1 ”, spetta-colo di Roberto Zappalà realizzato
nell’ambito di Etnafest Arte, per il quale Castrogiovanni ef-fettua un’originale ricerca sul marranzano. Lo
spettacolo ancora in tour è stato rappresentato in tutto il mondo e ne sono state realizzate oltre cento repliche.
Successivamente Castrogiovanni firma anche le musiche di “A.semu tutti devoti tutti”, creazione di Roberto
Zappalà, che ha vinto il Premio Danza&Danza quale miglior spettacolo italiano 2009.
Daniele Vita, nato a Vetralla nel 1975, ha sviluppato e consolidato la sua esperienza fotografica nel tempo
preminentemente attraverso viaggi di reportage sociale in diversi paesi (tra cui Ecuador, Bulgaria, Algeria e area
del Maghreb, ma anche alcune zone del Sud Italia). La sua straordinaria sensibilità alle tematiche sociali più
serie riscontrate in questi paesi si unisce ad una capacità particolare di raccogliere nel mondo quotidiano
espressioni spontanee di umanità, scampoli di esistenze segnate da un destino non semplice, prospettive non
scontate di giovani vite in divenire. Questa grande capacità di vestirsi di quei mondi con semplicità, rispetto e
trasparenza è favorita da soggiorni di convivenza più o meno lunghi nelle terre e nei nuclei familiari di cui ci
racconta.
Di tali esperienze riesce a offrire testimonianza collaborando con diverse riviste di settore Italiane (Foto Cult,
Progresso Fotografico e altre ancora), che lo segnalano per servizi fotografici e reportage prevalentemente a
sfondo sociale.

 

Daniele Vita collabora nel corso degli anni (attraverso progetti fotografici diversi) con Unhcr, Anci, Arci, Fratelli
Alinari, De Agostini e il Comune di Roma.
Ha collaborato inoltre (e collabora tuttora) con numerose Cooperative sociali e Associazioni (tra cui Coop Alice
Lazio e Fondazione Exodus) documentandone fotograficamente le attività e lavorando a progetti speciali
realizzati in seno alle stesse Associazioni.
Nel 2008 vince il primo premio al Toscana Foto Festival e nel 2009 vince il primo premio Sud est Coop e
solidarietà. Sempre nel 2009 è finalista al premio Kiwanis, Portfolio Italia.
Nel 2009 e 2010 è finalista al premio Occhi di Scena e nel 2011 è finalista al premio Unicef POY 2011. Nel 2012
vince la borsa di studio Giovanni Tedde grazie ad un reportage su Cojimies, un piccolo villaggio ecuadoriano
affacciato sull’Oceano Pacifico.
Nel 2014 vince il premio Castelnuovo Fotografia con il progetto “Borders #0”, un progetto paesaggistico
sull’isola di Lampedusa, che viene esposto l’anno successivo sempre a Castelnuovo Fotografia.
Nel 2015 espone nella collettiva “Rovine”, la forza delle rovine a Palazzo Altemps, accanto a maestri della
fotografia internazionale.
Nel 2017 partecipa a una collettiva dal nome “Feeling Home, Sentirsi a casa” presso al Fabbrica del Vapore a
Milano, progetto itinerante con il quale espone anche a Voghera (PV) nello stesso anno e a Corigliano Calabro
(CS) nel 2019.
Nel 2018 è invitato al Med Photo Fest, esponendo il lavoro “Suleymaniye Otopark”, che racconta la vita di
profughi siriani nei pressi della moschea di Suleymaniye a Istanbul, lo stesso lavoro diviene un libro dal titolo
“Estremo Umano” edito da La Camera Verde.
Nel 2019 vince il premio “Crediamo ai tuoi occhi” con il lavoro la Settimana Santa in Sicilia e pubblica il libro con
lo stesso titolo (edizione Fiaf). Nello stesso anno vince il premio “1801 passaggi del Mavi” e riceve una menzione
d’onore al Unicef Poy 2019.
Nel 2021 vince il primo premio nella categoria Future Generation al World Report Award, Festival della
Fotografia Etica. Questo progetto è stato esposto a Lodi, sede del suddetto Festival e all’Head On Photo Festival
di Sidney, Australia e Voghera fotografia.
Nel 2022 è finalista al Romano Gagnoni Award e al Gomma Grant e vince il primo premio nella categoria Daily
Life Picture Story al POY Pictures of the Year.
Sempre nel 2022 vince il primo premio BarTur nella sezione Unity and Diversity.
Tra le sue esposizioni personali e collettive, si ricordano le mostre presso la Sala Santa Rita a Roma (2006), a
San Pier Scheraggio presso gli Uffizi (Firenze) per i fratelli Alinari (2007), al Fotografia-Festival internazionale di
Roma (2008), al Centro italiano per la fotografia d’autore a Bibbiena (2009), al Toscana Foto Festival (2010), al
MIA – Milan Image Art Fair (2011) e al Citerna Fotografia (2012), a “Rovine, Roma palazzo Altemps nel 2015, a
Castelnuovo di Porto Fotografia nel 2015.

 

Biagio Guerrera, nasce a Catania nel 1965, studia canto con Michiko Hirayama. È tra i fondatori del collettivo
artistico Famiglia Sfuggita, con cui nel 1992 presenta, a Santarcangelo dei Teatri, Idda, poi inserita nella sua
prima raccolta poetica dal titolo omonimo (Il Girasole, 1997). Nel 2003 partecipa alla realizzazione di Dalle
sponde del mare bianco (Mesogea, 2003), insieme ai Dounia e al poeta tunisino Moncef Ghachem. Nel 2009
pubblica, Cori niuru spacca cielu (Mesogea) e nel 2011, Quelli che bruciano la frontiera (Folk studio ethnosuoni)
insieme a Moncef Ghachem e alla Pocket Poetry Orchestra. Il suo interesse per la lingua siciliana lo ha portato a
collaborare con il drammaturgo Carmelo Vassallo e a lavorare sui testi di Salvo Basso e Nino De Vita, firmando a
lcune regie tratte da opere. Svolge un’intensa attività di curatore e operatore culturale in diverse associazioni
(Associazione Musicale Etnea, Festival Internazionale di poesia Voci del mondo, Leggerete, SabirFest). Suoi testi
sono stati pubblicati in varie riviste e antologie, in Italia e all’estero. Casa Munnu (Mesogea, 2021) è la sua
ultima raccolta. Nel 2019 ha vinto il Premio Lerici Pea “Paolo Bartolani” su segnalazione di Andrea Camilleri e
Manuel Cohen.

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